Perchè tutti parlano di IA?
“IA” è ormai la parola chiave per descrivere numerosi tipi di strumenti e applicazioni, dagli assistenti virtuali ai generatori di deepfake.
L’attenzione è perlopiù rivolta agli aspetti divertenti o creativi di questi nuovi “fighissimi” strumenti... Ma sapevi che l’IA è anche all’opera dietro molti dei sistemi essenziali che hanno un impatto sulla nostra vita quotidiana, tra cui occupazione, assistenza sanitaria, istruzione, forze dell’ordine e molto altro ancora?
Gli strumenti di IA rendono alcuni sistemi molto più veloci ed efficienti. Ma questo significa che anche la velocità e l’efficienza di altri fenomeni viene potenziata, come la disinformazione, le truffe e le molestie online, sempre più sconvolgenti; inoltre, riescono a influenzare anche il voto delle persone.
Seguendo questo Data Detox, potrai osservare più da vicino l’IA e capirai che tutto questo clamore può riservare delle brutte sorprese.
Cominciamo!
1. Smitizzare l’IA
Mettiamoci in testa che l’IA non è ingegneria aerospaziale. Alcune persone ne parlano come se fosse magica, ma l’“intelligenza artificiale” è solo una macchina.
Lo sapevi? “IA” fa riferimento a una serie di strumenti progettati per riconoscere modelli, risolvere problemi e prendere decisioni a una velocità maggiore e su una scala più vasta di quanto possano fare gli esseri umani.
Ma come qualsiasi altro strumento, l’IA è progettata e programmata da esseri umani. Le persone che creano queste macchine impongono le regole da seguire: “Fai questo, ma non fare quello”.
Quando le persone parlano di IA, potenzialmente parlano di tantissime cose. Ecco alcuni esempi di strumenti di IA particolarmente diffusi:
strumenti di generazione di testo
strumenti di generazione di testo
Gli strumenti di generazione di testo ccreano contenuti in base a determinate parole chiave (o “prompt”) definite dall’utente. Sono addestrati su grandi quantità di testi presi da Internet, di qualità variabile.
Potresti sentirli chiamare “modelli linguistici di grandi dimensioni” (LLM), oppure con nomi di prodotti specifici come ChatGPT, o ancora con termini più informali come “chatbot” o “assistenti AI”.
Anche se questi strumenti sono noti per ottenere risultati impressionanti che ricordano l’intelligenza umana – come superare esami (1) – sono anche noti per “allucinare”, ovvero generare testi inaccurati o fuorvianti (2).
strumenti di generazione di immagini
strumenti di generazione di immagini
Gli strumenti di generazione di immagini consentono di creare immagini o video in base a determinate parole chiave definite dall’utente.
Potresti sentirli chiamare modelli text-to-image, oppure con nomi di prodotti specifici come DALL-E o Stable Diffusion.
Questi strumenti possono generare immagini e video incredibilmente realistici – ma sono anche noti per ridurre il mondo a stereotipi (3) e possono essere usati per scopi di sextortion e molestie (4).
I sistemi di raccomandazione
I sistemi di raccomandazione
I sistemi di raccomandazione mostrano contenuti con cui l’utente ha una maggiore probabilità di interagire. Questi sistemi funzionano in background su motori di ricerca, feed di social media e riproduzione automatica su YouTube.
Potresti anche sentirli chiamare algoritmi.
Questi strumenti possono mostrarti sempre più contenuti simili a quelli che già ti interessano, ma possono anche spingerti verso percorsi problematici o pericolosi (5). I sistemi di raccomandazione vengono utilizzati anche in decisioni importanti come assunzioni lavorative, ammissioni universitarie, concessioni di mutui e in altri ambiti della vita quotidiana (6).
Scopri di più su questi tipi popolari di AI (articoli in inglese): (1) “Ecco un elenco degli esami difficili superati da ChatGPT e GPT-4”, (2) “I ricercatori sulla disinformazione lanciano l’allarme sugli chatbot AI”, (3) “Come l’AI riduce il mondo a stereotipi”, (4) “L’FBI afferma che l’intelligenza artificiale viene usata per ‘sextortion’ e molestie”, (5) “Il feed ‘Per Te’ di TikTok rischia di spingere bambini e giovani verso contenuti dannosi per la salute mentale”, (6) “Cathy O’Neil sul potere incontrollato degli algoritmi”.
2. Il peso dell’IA
Sebbene gli strumenti di IA possano sembrare "virtuali", hanno un impatto reale sull’ambiente fisico.
Lo sapevi? Anche se le aziende pubblicizzano l’IA come qualcosa di elegante e leggero, per far funzionare questi strumenti vengono utilizzate molte risorse naturali. Gli edifici che ospitano i server che alimentano l’IA e Internet sono chiamati “data center”. Producono così tanto calore che hanno bisogno di aria condizionata 24 ore su 24. La combinazione di server e tubi di raffreddamento produce molto rumore e utilizza grandi quantità di terreno, acqua ed energia.
Quasi tutto ciò che è digitale sul tuo telefono, inclusi i contenuti generati dall’IA, è archiviato in data center che richiedono enormi quantità di spazio, acqua ed energia. Nel 2023, esistevano oltre 8.000 di questi edifici enormi, simili a magazzini, in tutto il mondo.
Alcuni ricercatori hanno scoperto che una ricerca su Google potenziata dall’IA consuma 10 volte più energia rispetto a una ricerca tradizionale.
Una volta che sai come viene creata l’IA e cosa serve per farla funzionare, ne percepisci tutto il peso. E forse riuscirai a mettere in discussione la prossima pubblicità che vedrai, quella che la presenta come una “macchina magica dell’efficienza”.
Scopri di più (articoli in inglese) (1) “Il cloud è materiale: sugli impatti ambientali del calcolo e dell’archiviazione dei dati”, (2) “Consumo d’acqua nei data center: una guida completa”, (3) “Livelli di rumore nei data center”.
I data center sono solo una delle manifestazioni fisiche dell’IA. Per avere un quadro completo, bisogna parlare di estrazione, costruzione, produzione, smaltimento di dispositivi, server, satelliti, cavi Internet sottomarini e molti altri aspetti.
Lo sapevi? Circa l’85% dell’impatto ambientale di uno smartphone deriva solo dalla sua produzione. Anche i rifiuti elettronici prodotti dalla tecnologia sono un aspetto importante da considerare – e le statistiche continuano a crescere ogni anno.
Al momento, ci sono poche risorse accessibili che mostrano chiaramente l’impatto ambientale dell’IA. Ma se ti piacciono le infografiche, dai un’occhiata a Anatomy of an AI System per scoprire alcune delle estrazioni e degli impatti legati a questi strumenti.
3. Attenzione ai media sintetici
Quando le persone parlano di intelligenza artificiale, spesso fanno riferimento all’IA generativa e al suo output, ovvero ai media sintetici, cioè i testi, le immagini, i video e gli audio generati dagli strumenti di IA. Questi output sembrano apparentemente reali, ma in realtà sono generati da programmi informatici. I media sintetici vengono creati per diverse ragioni; ad esempio, le aziende possono usarli per pubblicizzare i propri prodotti, le riviste per produrre contenuti e i candidati politici per migliorare la propria immagine pubblica.
Suggerimento: Cerca esempi di media sintetici per comprendere meglio quanto immagini, video e cloni vocali generati dall’IA possano essere realistici. Puoi metterti alla prova con un quiz come quello su AI-Generated or Not. I risultati potrebbero sorprenderti!
Esistono anche molti siti web con nomi come “Questa persona non esiste” che mostrano immagini realistiche di ‘persone’ generate dall’IA. Puoi trovare uno di questi siti qui. Ricarica la pagina per vedere altre immagini. Se vedessi una di queste foto usata come immagine del profilo in un contesto quotidiano, penseresti che si tratta di una persona reale?
Scendere negli abissi dei media sintetici può portare rapidamente a contenuti non sicuri, quindi presta attenzione a ciò che generi e a ciò che cerchi. Inoltre, spesso le aziende dietro gli strumenti di IA non spiegano chiaramente quali dei tuoi dati raccolgono e per quali scopi, quindi procedi sempre con cautela.
Provaci: Inserisci un prompt di testo in grado di generare immagini IA utilizzando uno strumento gratuito come Perchance per vedere come funziona. Puoi digitare una descrizione di ciò che vuoi vedere, come “gatto che indossa una sciarpa rossa” e poi premere “genera”.
Ora che sai cosa sono i media sintetici, capisci perché le persone ci cascano così facilmente?
4. Meglio verificare
Come hai appreso, solo perché un contenuto creato dall’IA generativa appare e suona realistico, non è detto che lo sia. Se vedi qualcosa online o nel tuo feed che è scioccante, strano o particolarmente fuori dall’ordinario, è possibile che siano stati usati strumenti di IA generativa per crearlo o manipolarlo – anche se a occhio nudo è difficile accorgersene.
Lo sapevi? Le immagini, i video e i testi online che suscitano emozioni intense come paura, disgusto, soggezione, rabbia e ansia hanno più probabilità di diventare virali. Questi contenuti altamente emotivi sono anche un modo efficace per ottenere clic e diffondere disinformazione; in questo senso, gli strumenti di IA possono contribuire a rafforzare tale viralità. Presta attenzione alle tue reazioni e prendi questi sentimenti come un indizio del fatto che hai bisogno di più tempo per verificare se ciò che vedi o leggi è reale.
d esempio, se vedi un video di un candidato politico che fa o dice qualcosa che ti insospettisce, fai una ricerca in più per verificare se è autentico o se è già stato smentito come disinformazione generata dall’IA.
Puoi affidarti ad alcuni enti globali, come l’International Fact-Checking Network (Rete internazionale di verifica dei fatti), per scoprire quali fonti prestano particolare attenzione alla verifica delle informazioni che pubblicano. Nella pagina dei firmatari ifcncodeofprinciples.poynter.org/signatories, cerca il tuo paese per vedere l’elenco delle fonti. Snopes.com e PolitiFact.com sono due risorse affidabili per i lettori negli Stati Uniti.
Ma aspetta, non finisce qui! C’è così tanto altro da dire sull’IA. Il Data Detox Kit include numerose linee guida sull’IA, oltre ad altri argomenti come la privacy dei dati, la sicurezza digitale, il benessere virtuale e la disinformazione online.
Scritto da Safa Ghnaim nell’estate 2024. Grazie a Christy Lange e Louise Hisayasu per le loro revisioni, commenti e suggerimenti.
Questa guida è stata sviluppata da Tactical Tech in collaborazione con il Goethe-Institut Brasile. Questa versione italiana è stata tradotta dall’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) con il supporto dell’European Media and Information Fund.